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Testi

Il ciclo di Guiron le Courtois. Romanzi in prosa del secolo XIII

Edizione critica diretta da Lino Leonardi e Richard Trachsler

Opera insignita del premio La Grange 2022 da parte dell'Académie des Inscriptions et Belles-Lettres.

Copiato nei secoli e amato da molte generazioni di lettori, tra cui Federico II di Svevia e Ludovico Ariosto (che vi trovò numerosi spunti per l’elaborazione dell’Orlando furioso), il Ciclo di Guiron le Courtois viene pubblicato integralmente per la prima volta a cura del «Gruppo Guiron».

Nei volumi dell’edizione, il testo critico, costituito sulla base di uno stemma e di una nuova concezione del rapporto tra sostanza testuale e forma linguistica, è accompagnato da un apparato sistematico di varianti, da note di commento e da un glossario. L’Introduzione presenta gli aspetti letterari più salienti dell’opera pubblicata e illustra le principali questioni relative ai manoscritti e alla trasmissione del testo.

I. Roman de Meliadus. Parte prima, a cura di Luca Cadioli e Sophie Lecomte, 2021, pp. XVI-576

Il volume I contiene l’edizione critica della prima parte del Roman de Meliadus (§ 1-410), dove fanno la loro comparsa sulla scena i protagonisti del romanzo: Esclabor, giovane cavaliere giunto a Roma come schiavo e liberato grazie al suo eroismo; re Artù, che da poco ha iniziato a governare sul regno di Logres; Meliadus, il padre di Tristano, che compie innumerevoli avventure in incognito, fino allo svelamento della propria identità; il Buon Cavaliere senza Paura, grande rivale di Meliadus, che con lui si contende il titolo di migliore dei cavalieri. E insieme a loro molti dei personaggi più noti dei romanzi arturiani, da Gauvain a Sagramor, ritratti agli albori della loro cavalleria, ancora inesperti e spesso sconfitti nei duelli in cui si lanciano con impeto giovanile. Le molteplici linee narrative che si dipanano in questa sezione convergeranno nell’immenso torneo del Pino del Gigante (edito nel secondo volume), grande episodio dalla forza centripeta che vede riuniti nello scontro tutti i personaggi del racconto.

II. Roman de Meliadus. Parte seconda, a cura di Sophie Lecomte, 2021, pp. XVI-760

Il volume II contiene l’edizione critica della seconda parte del Roman de Meliadus (§ 411-1066). Mentre convergono verso il grande torneo del Pino del Gigante, i personaggi dibattono su chi sia il migliore cavaliere del mondo, raccontando imprese e disfatte dei loro favoriti. Al torneo fa il suo ingresso trionfale sulla scena Meliadus, mostrando tutto il suo valore e suscitando l’ammirazione dei presenti. Dopo un periodo di convalescenza per una ferita infertagli dal Buon Cavaliere senza Paura, il re si innamora perdutamente della bellissima regina di Scozia e la rapisce. Ne segue una guerra dalle tonalità omeriche tra le schiere di Artù, alleato del re di Scozia, e Meliadus, che termina con la sconfitta del re di Leonois e la sua cattura. Meliadus sarà in seguito riammesso alla corte di Artù, schierandosi al suo fianco per far fronte all’invasione dei Sassoni. Di taglio maggiormente biografico rispetto alla prima, questa seconda parte del romanzo tesse numerosi parallelismi tra il cavaliere eponimo e la figura di Tristano, ancora bambino all’epoca dei fatti narrati, con il definitivo riconoscimento della sua superiorità sul figlio per bocca dell’imperatore Carlo Magno.

III/1 I testi di raccordo, a cura di Véronique Winand, 2022.
Il volume III/1, che viene a sistemarsi fra quelli dedicati al Roman de Meliadus (I e II) e quelli dedicati al Roman de Guiron (IV e V), pubblica i racconti che hanno riunito i due romanzi nelle diverse forme cicliche, in momenti successivi della tradizione testuale. La funzione di raccordo svolta da questi testi è di fondamentale importanza per l’interpretazione complessiva dell’imponente macchina narrativa guironiana. È possibile intravedere i primi momenti di formazione del ciclo, e seguire nel tempo i diversi modi in cui le principali narrazioni hanno interagito e si sono organizzate in vaste strutture pluritestuali, fra le più ampie e complesse che la letteratura medievale abbia realizzato. La tecnica di giunzione dei testi preesistenti da parte dei redattori delle forme cicliche segue una logica narrativa particolare, in parte diversa rispetto a quella dei romanzi, dal momento che si tratta di creare dei sistemi narrativi di compromesso, che consentano di collegare testi e mondi narrati in origine eterogenei.

IV. Roman de Guiron. Parte prima, a cura di Claudio Lagomarsini, 2020, pp. XVI-897

Il volume IV contiene l’edizione critica della prima metà del Roman de Guiron (§ 1-970): in questo romanzo viene introdotto nel mondo arturiano Guiron il Cortese, un prode cavaliere ignoto alle prose francesi del Duecento a causa della prigionia che lo ha tenuto lontano dalle scene per molti anni. All’inizio del racconto, Guiron e il suo fidato compagno d’armi, Danain il Rosso, partecipano a un torneo, accompagnati dalla bellissima moglie di Danain. Al torneo partecipa anche Lac, che resta ammaliato dalla donna e decide di rapirla affrontando la sua scorta armata. Ma Guiron intercetta la notizia e si mette in marcia per sventare l’agguato. Da questo viluppo di opposti desideri si dipana un ambizioso e complicatissimo intreccio che tiene insieme un numero impressionante di duelli, prove, imprigionamenti, avventure e – ingrediente fondamentale nella struttura del romanzo – molteplici racconti retrospettivi che risalgono fino all’epoca di Uterpendragon, padre di re Artù.

V. Roman de Guiron. Parte seconda, a cura di Elena Stefanelli, 2020, pp. XVI-920

Il volume V contiene l’edizione critica della seconda metà del Roman de Guiron (§ 971-1401): Guiron è in cerca di Danain il Rosso, il compagno d’armi che ha rapito la sua amata Bloie. Dopo vari incontri e imprese – cavalieri codardi e sleali, amanti sfortunati, imboscate e battaglie – Guiron riuscirà a trovare l’amico, con il quale si scontrerà in un duello senza esclusione di colpi. Da questo filo principale della narrazione si dipanano le avventure di altri personaggi, come quella di Brehus senza Pietà: nemico giurato delle donne, si innamora perdutamente di una malvagia damigella, che lo fa smarrire in una grotta. La disavventura diventa però per lui l’occasione di incontrare gli avi di Guiron – ritiratisi nel misterioso antro – e di conoscerne la storia. Man mano che il testo si avvia verso l’epilogo, l’intreccio si sfrangia e i destini dei cavalieri prendono strade diverse, che finiscono per condurli verso solitarie e lunghe prigionie.

VI. Continuazione del Roman de Guiron, a cura di Marco Veneziale, 2020, pp. XVI-530

Il volume VI contiene l’edizione critica della Continuazione del Roman de Guiron. Si tratta di una continuazione che si pone, da un punto di vista diegetico, al seguito della seconda branche del ciclo, il  Roman de Guiron, alla fine del quale tutti i migliori cavalieri del regno sono imprigionati o impossibilitati nell’azione cavalleresca. La Continuazione narra un’avventura errante del giovane re Artù, il quale abbandona la corte per partire alla ricerca del re Meliadus e scopre così, avventura dopo avventura, il senso della vita erratica e della cortesia cavalleresca. L’opera è trasmessa integralmente da due codici di origine italiana, parzialmente da altri di origine francese. Nell’introduzione essa è inquadrata all’interno della più ampia macchina narrativa del ciclo di Guiron, ne sono evocati i principali punti di aggancio alle porzioni precedenti del ciclo, così come il successo, sia attraverso l’analisi di alcuni episodi successivi che da essa traggono ispirazione, sia attraverso lo studio dei manoscritti e della loro diffusione. Di questi ultimi sono proposte analisi codicologiche, linguistiche e stemmatiche, le quali permettono di affermare che, tra i vari complementi alle tre branches principali del ciclo, la Continuazione del Roman de Guiron è la più antica e autorevole.

 

La serie prevede inoltre i seguenti volumi, di prossima pubblicazione:

III/2. Continuazione del Roman de Meliadus

VII. Suite Guiron

 

Altri testi

 

Les Aventures des Bruns. Compilazione guironiana del secolo XIII attribuibile a Rustichello da Pisa, edizione critica a cura di Claudio Lagomarsini, Firenze, Edizioni del Galluzzo per la Fondazione Ezio Franceschini, 2014, pp. XVIII-620

Questo volume ha inaugurato la serie di edizioni attualmente in corso di pubblicazione a cura del "Gruppo Guiron", dedicate alla restituzione critica dell'intero ciclo guironiano. Col titolo Les Aventures des Bruns è stato pubblicato per la prima volta in edizione critica un nuovo testo arturiano attribuibile a Rustichello da Pisa. Si tratta di una compilazione, in antico-francese ma con sporadiche infiltrazioni italianeggianti, dedicata alle avventure dei cavalieri del casato dei Bruns e composta da episodi estratti principalmente dalla Suite Guiron, terzo romanzo del ciclo di Guiron le Courtois. Le Aventures des Bruns si caratterizzano per una ricca tradizione, che in qualche codice si fonde con quella dell'altra opera cavalleresca di Rustichello, la cosiddetta Compilazione arturiana. Vari manoscritti ciclici inseriscono il nostro testo in apertura delle seriazioni macro-testuali, cosicché, per secoli, i lettori del Guiron le Courtois hanno cominciato la lettura partendo proprio da questa soglia. L'introduzione delinea i confini di questa 'nuova' "Compilazione guironiana" inquadrandola nel contesto del ciclo di Guiron e passando poi all'esame codicologico, linguistico e stemmatico dei manoscritti - in parte copiati in Italia - e all'analisi della struttura, delle fonti e dello stile dell'opera. È affrontata infine la questione attributiva: sono discusse le diverse prove convergenti che permettono di restituire a Rustichello le Aventures des Bruns, facendoci anche intravedere, in uno snodo della tradizione, le arcate di un più vasto progetto compilativo dedicato ai tre grandi cicli cavallereschi del Duecento: Lancelot, Tristan, Guiron.

 

Lais, épîtres et épigraphes en vers dans le cycle de Guiron le Courtois, édition critique par Claudio Lagomarsini, Paris, Classiques Garnier, 2015, pp. 213

In questo volume viene pubblicata la prima edizione critica integrale dei testi in versi – lais, epistole, epigrafi ed epitaffi di cavalieri – presenti nei romanzi che formano il ciclo di Guiron le Courtois. L’edizione è preceduta da un’introduzione che indaga la presenza di testi in versi nei romanzi medievali in prosa, concentrandosi in particolare sui tratti specifici (tipologia, trasmissione manoscritta, mise en texte) che contraddistinguono il corpus guironiano rispetto ai romanzi contemporanei. Il volume è completato da alcune note critiche, da un glossario e da un indice dei personaggi e dei luoghi.