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Storia del ms. F

Il manoscritto F (Fondazione Ezio Franceschini, Fondo manoscritti, 2) (ex Ferrell 5) tramanda il Roman de Meliadus seguito da una continuazione attestata in forma integrale (benché incompleta della fine) solo in questo codice, oltre che nei frammentari V2 e Bo2;

È il codice più antico a tramandare il romanzo nella sua interezza e la sua competenza stemmatica lo rende uno dei testimoni più autorevoli nel quadro della genealogia della tradizione della prima branche del ciclo di Guiron.

Il testimone, appartenuto alla collezione di Sir Thomas Phillipps, dopo vari passaggi di mano approdò al J. Paul Getty Museum di Malibu, che lo mise in vendita nel 1997. Venne acquistato da James E. e Elizabeth J. Ferrell, che lo dettero in prestito alla Parker Library del Corpus Christi College di Cambridge. Esposto nel 2014 nel corso della mostra The Moving Word. French Medieval Manuscripts in Cambridge alla University of Cambridge Library, il manoscritto è stato infine messo in vendita nel 2015.

Informata della possibilità che la vendita del manoscritto, di primario interesse per il «Gruppo Guiron», lo rendesse non più consultabile, la Fondazione Franceschini si è interessata all’acquisto. Dopo aver segnalato la cosa alle autorità competenti, nella consapevolezza della difficoltà di reperire in sede pubblica le risorse utili all'acquisto del manoscritto, la FEF ha rivolto alla comunità degli studiosi un appello per ottenere aiuto al fine di assicurare che questo capolavoro rimanesse in Europa e fosse accessibile per la ricerca.

Al termine della campagna, rilanciata anche dai media nazionali (Corriere della Sera del 10 ottobre e Il Sole 24 ore del 18 ottobre 2015), grazie alle donazioni ricevute, al contributo dell'Università di Zurigo e di altri donatori istituzionali, e infine grazie a un'operazione di permuta patrimoniale, la FEF ha potuto raggiungere la cifra dovuta, nel frattempo sensibilmente diminuita rispetto alla richiesta iniziale.

Si è così evitato il rischio che il codice fosse venduto a un altro collezionista e non fosse più consultabile da parte degli studiosi, uscendo dalle sedi di conservazione del patrimonio culturale europeo. Dato che il testo non è mai stato pubblicato in edizione moderna, la perdita sarebbe stata irrecuperabile.

Dal mese di settembre 2016 il manoscritto fa dunque parte del Fondo Manoscritti della Biblioteca della FEF, col numero 2. La Fondazione Ezio Franceschini, oltre a metterlo a disposizione di tutti gli studiosi interessati, si è impegnata anche nella digitalizzazione di questo straordinario documento del nostro patrimonio culturale.