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Il Ciclo di Guiron

Le tre branches principali: Roman de Meliadus, Roman de Guiron, Suite Guiron


Il Roman de Meliadus, prima branche del ciclo, narra la storia dell’eroe eponimo, padre di Tristan, e dei giovani cavalieri che faranno grande il regno di Artù. Asse portante della narrazione è il confronto-scontro, raccontato dalle parole dei personaggi e messo in scena dall’autore, tra i due migliori cavalieri, il Bon Chevalier Sans Peur e Meliadus.

Il romanzo è tradito secondo tre forme: una non ciclica, che trasmette la versione lunga del romanzo, e due cicliche, una breve e una lunga; le forme cicliche sono seguite da varie soluzioni di “raccordo” che connettono il Roman de Meliadus al Roman de Guiron: una completa per la forma breve del romanzo, una parziale per quella lunga, più una diversa attestata in un solo manoscritto, Mod2. La redazione originaria del Meliadus doveva essere con tutta probabilità quella lunga non ciclica.

La seconda branche del ciclo, il Roman de Guiron, è trasmessa dalla tradizione manoscritta congiuntamente alla prima oppure accompagnata solamente da testi di raccordo. Compare sulla scena Guiron le Courtois, personaggio nuovo, sconosciuto alla letteratura arturiana precedente, insieme a Danain le Roux. I due condividono l’amore per la dama di Malohaut prima, per Bloie poi, dando vita ad un rapporto di amicizia contrastato che fungerà da linea portante di tutta la narrazione.

La Suite Guiron, terza branche del ciclo, ci è giunta mutila di inizio e fine. Si tratta un romanzo retrospettivo che dal punto di vista narrativo si inserisce a cavallo tra la prima e la seconda branche: prequel delle vicende guironiane, costituisce una sorta di “Enfances Guiron”.

 

Continuazioni e compilazioni


Due continuazioni di un’estensione consistente interessano il Roman de Meliadus e il Roman de Guiron.

Dopo il Roman de Meliadus, infatti, il manoscritto F conserva una vera e propria continuazione del romanzo. Sulla narrazione di primo grado – una quête marina di Artù, Meliadus e il Bon Chevalier Sans Peur alla ricerca di Morholt – s’innestano vari altri racconti di secondo grado.

Anche il Roman de Guiron è stato fornito di un seguito, in cui il giovane Artù abbandona la sua corte per partire alla ricerca del re Meliadus, la cui testimonianza più completa è offerta dai manoscritti L4 e X, quest'ultimo attualmente disperso e del quale disponiamo solo di alcune riproduzioni in bianco e nero. Nel solo manoscritto X si trova inoltre una clôture spiccatamente franco-veneta, incentrata soprattutto sulla liberazione di Guiron.

Nel manoscritto 5243 si trova invece quella che sembra essere una continuazione della Suite Guiron, giuntaci purtroppo sprovvista di inizio, fine e di una porzione cospicua della narrazione, a causa delle lacune materiali del codice.

Accanto a questi testi, che danno vita alle forme cicliche, alcuni manoscritti e frammenti testimoniano anche un’altra modalità di confezione e fruizione del Guiron, in forma di antologie o di compilazioni. Tra queste, la più importante è la Compilazione guironiana, intitolata da Lagomarsini, editore del testo, Les Aventures des Bruns, tramandata da una dozzina di testimoni. Gli episodi derivano principalmente dalla seconda parte della Suite Guiron e sono incentrati sulle vicende dei Bruns. Risulta attribuibile a Rustichello da Pisa.

 

Testi in versi


Nel ciclo di Guiron si leggono trenta testi in versi (tra epitaffi, epigrafi, lais e stanze di canzone), di varia estensione (da 8 a 116 versi), inseriti nella prosa e a questa generalmente connessi. Sono stati editi complessivamente da Lagomarsini, autore anche della scheda TraLiRO ad essi dedicati.